Intervista a Nicoletta Petrosino sugli scenari della tassazione in Italia e in Europa

Nicoletta Petrosino

Le nostre imprese vivono e sono proiettate in uno scenario internazionale del quale è fondamentale conoscere anche le dinamiche fiscali di tassazione per una corretta pianificazione nazionale e internazionale. In particolare, è importante guardare da vicino a quello che succede in Europa e alle relative ripercussioni a livello nazionale. Proprio questi sono stati gli argomenti della nostra chiacchierata con la dottoressa Nicoletta Petrosino, VAT Partner di Tax Innovation Partners, società di consulenza con sede in Svizzera specializzata in pianificazione fiscale e patrimoniale.

Quali potrebbero essere gli scenari della fiscalità UE e quali gli impatti sulla fiscalità nazionale?

Il campo della fiscalità internazionale ed europea negli ultimi anni è stato interessato da rilevanti sviluppi che da un lato hanno tenuto conto della necessità di assicurare un’effettiva cooperazione tra gli Stati, al fine di contrastare fenomeni di evasione ed elusione, e dall’altra hanno comportato l’individuazione e l’implementazione di misure per un’equa ed efficiente tassazione societaria e di una “Tax Good Governance”.

Gli obiettivi che a livello macro l’Unione Europea persegue potrebbero essere sintetizzabili in:

  • ristabilire il legame tra l’imposizione fiscale e il luogo in cui si svolge l’attività economica;
  • garantire che gli Stati membri siano in grado di determinare correttamente il valore dell’attività societaria nella loro giurisdizione;
  • individuare delle misure intese ad evitare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (c.d. progetto BEPS, Base Erosion and Profit Shifting);
  • trattare la problematica delle giurisdizioni fiscali non collaborative e aumentare la trasparenza fiscale;
  • equa tassazione;
  • tassazione efficiente.

Ciascuno di questi obiettivi ha delle ricadute in termini pratici nell’ambito delle legislazioni dei 28 Paesi membri.

Con riferimento specifico all’Italia si può citare il recente recepimento delle c.d. Direttive ATAD, Anti Tax Avoidance Directive. In particolare il Decreto Legislativo 29 novembre 2018, n. 142 ha apportato una serie di modifiche rilevanti alle seguenti materie:

  • deducibilità degli interessi passivi;
  • imposizione in uscita (c.d. exit tax) e imposizione in entrata (c.d. entry tax);
  • Controlled Foreign Companies (CFC);
  • tassazione dei dividendi e delle plusvalenze derivanti da Paesi a regimi fiscali privilegiati;
  • disallineamenti da ibridi.

Sempre con riferimento al contesto europeo, la trasparenza fiscale costituisce un tema centrale nella strategia per la lotta alla pianificazione fiscale aggressiva (c.d. ATP, Aggressive Tax Planning). In tale contesto, tra le altre misure a sostegno della lotta all’evasione e all’elusione (progetto BEPS, riforma del sistema dell’IVA, tax ruling, Country by Country reporting, normativa antiriciclaggio, ecc.), viene data sempre maggiore enfasi ed importanza allo scambio di informazioni in materia fiscale: in estrema sintesi, scambio di informazioni su richiesta, scambio automatico e scambio spontaneo.

Sempre con la finalità della lotta all’evasione e all’elusione, la Direttiva 2018/822/UE del 25 maggio 2018 ha introdotto lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale relativamente ai meccanismi transfrontalieri, soggetti all’obbligo di notifica da parte di “intermediari” tra i quali figurano anche i commercialisti.

Alla luce di quanto in precedenza, data la complessità degli scenari internazionali e i risvolti che le normative Europee possono avere nei confronti dei singoli Paesi, diventa e diventerà sempre più importante il tema della pianificazione nazionale ed internazionale.

Un esempio su tutti, gli esiti imprevedibili della Brexit ovvero la circostanza che la Gran Bretagna non faccia più parte dell’UE: prepararsi a questa eventualità in modo proattivo, analizzando la propria catena di approvvigionamento e vendita, nonché le possibili conseguenze IVA e doganali risulta vitale per l’azienda Italiana che opera in quel mercato.

Con riferimento alla situazione economica e politica italiana, continuano a rincorrersi voci di una possibile manovra correttiva e di una patrimoniale. Quali scenari si possono configurare secondo voi ?

Le settimane scorse l’Ufficio parlamentare del Senato ha ipotizzato un deficit intorno al 2,3%, Moody’s ha previsto un indebitamento al 2,5% del PIL, Fitch ha confermato la valutazione a BBB con outlook negativo, il PIL piatto si tradurrebbe in oltre tre decimali di deficit in più portando a quel 2,4% del PIL che in autunno ha animato lo scontro con la UE.

L’OCSE, nel rapporto emesso il 6 marzo scorso, ha previsto il Pil del 2019 per l’Italia pari a -0,2%. La valutazione sull’Italia si inquadra in un rallentamento planetario dell’economia, anche se la Penisola accusa il maggior colpo. Naturalmente le cause del rallentamento dell’economia mondiale, spiega l’OCSE, vanno attribuite all’incertezza politica e alle tensioni commerciali, dalla guerra dei dazi alla Brexit.

In generale su tutto sembra prevalere un clima di grande incertezza, sia politica che economica; un debito italiano di nuovo in risalita rischierebbe di avere conseguenze sugli investitori prima ancora che a Bruxelles. Un’eventuale caduta del governo contribuirebbe ad incrementare il clima di incertezza politica ed economica dell’Italia sulla piazza internazionale.

Ancora di più rispetto a quanto si verifica e si verificherà in Europa, la pianificazione fiscale e strategica degli assets ha assunto ed assumerà una rilevanza sempre più crescente. La salvaguardia e, al contempo, la crescita della ricchezza privata e la trasmissione intergenerazionale delle attività imprenditoriali rappresentano le sfide che dovranno essere gestite dai wealth planners.

Quanto pesa sulle politiche e leggi fiscali nazionali l’attuale situazione finanziaria dello Stato? E se cadesse il governo, quali contraccolpi a livello nazionale ed internazionale?

L’evoluzione della finanza pubblica, in un 2018 dove la fase espansiva dell’economia italiana si è nettamente interrotta per arrestarsi pesantemente nella seconda metà dello stesso anno, non può non risentire di quella che è la principale debolezza della finanza pubblica italiana ovvero l’elevato livello del debito pubblico e la sua incidenza sul PIL. A questo si aggiunga che il debito elevato implica una notevole spesa per interessi, una delle più alte di tutti i paesi dell’UE.

Tale situazione non può non avere delle ripercussioni sulle politiche e sulle leggi fiscali.

È il quarto anno consecutivo che, dal lato degli impieghi, l’intervento più consistente riguarda la sterilizzazione della clausola di salvaguardia sull’IVA. Accanto a questo le altre principali misure sono indirizzate al pensionamento anticipato, all’inclusione sociale e al contrasto alla povertà tramite redditi e pensioni di cittadinanza, all’avvio del rilancio degli investimenti a livello nazionale e territoriale e di quelli di messa in sicurezza e manutenzione di infrastrutture, nonché al finanziamento del pubblico impiego per nuove assunzioni e corresponsione di somme per i rinnovi contrattuali, all’avvio di talune tassazioni agevolate per imprese e lavoratori autonomi.

Recuperi di risorse attraverso misure di riordino e riduzione delle tax expenditures sono stati ripetutamente oggetto di analisi e impegni programmatici che, tuttavia, non hanno finora avuto seguito. Interventi su questo fronte implicano importanti effetti redistributivi e settoriali che potrebbero essere stati un freno alla loro adozione.

Accanto a questo, sempre maggiore importanza assumono le coperture provenienti dalle misure di contrasto dell’evasione fiscale e da quelle una tantum (es. c.d. rottamazione-ter, definizione agevolata del contenzioso tributario, ecc.).

Il rallentamento dell’economia Italiana ed in generale mondiale non aiuta un percorso di riduzione della tassazione delle imprese e delle persone fisiche e rende, di converso, sempre più aleatorio l’avverarsi delle stime del Governo con conseguente rincorrersi di voci sempre più insistenti di possibili aggiustamenti della manovra economica con l’introduzione di meccanismi di tassazione volti a colpire non tanto il reddito quanto il patrimonio.

Lo scenario di una caduta del Governo in un contesto storico ed economico così delicato enfatizzerebbe ancora di più le incertezze economico-politiche interne del Paese con ripercussioni anche a livello internazionale. In tale evenienza una risposta veloce, decisa e pragmatica della Politica sarebbe auspicabile per minimizzarne gli effetti.

In questo contesto, come consulenti di Tax Innovation Partners crediamo che diversificazione degli investimenti, ottimizzazione del passaggio generazionale e messa a punto di soluzioni per la copertura dei rischi rappresentino operazioni complesse ma dal rilevante valore socio-economico per favorire crescita e sviluppo dell’economia nel medio lungo termine. Analogamente, crediamo che una pianificazione fiscale proattiva, sia con riferimento al contesto aziendale che individuale, che tenga conto dei processi di internazionalizzazione in atto, possa essere la chiave vincente per crescere e svilupparsi in un contesto economico-normativo così complesso ed articolato.

 

Ringraziamo la dottoressa Petrosino per il dettagliato quadro sullo scenario fiscale internazionale in cui sarà sempre più centrale il tema della pianificazione nazionale ed internazionale, con le aziende sollecitate ad essere proattive nel perdurante clima di grande incertezza.

Contatti:

Tax Innovation Partners – dott.ssa Nicoletta Petrosino

info@taxinnovation.ch

www.taxinnovation.ch

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