Il “discredito delle locomotive”, inizio del fallimento di un intero Paese!

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Incontriamo Alessandro Paciello, da trent’anni professionista della comunicazione e VicePresidente di Aisom.

Il “discredito delle locomotive”, inizio del fallimento di un intero Paese!

“Dal suo osservatorio di comunicatore e consulente aziendale, quali rilievi del panorama socio-politico ed economico pensa possano essere particolarmente significativi per il mondo delle aziende che anche Aisom presidia?”

Partiamo da una considerazione socio politica: il modello non è più quello delle democrazie occidentali che ha caratterizzato il secolo scorso, diviso in maniera abbastanza dicotomica tra una destra reazionaria e una sinistra progressista. Oggi, soprattutto in Italia, la distinzione più netta è tra un Paese che vuole progredire attraverso delle riforme, possibili e accettabili, quindi non populisticamente millantate, e un altro che le teme, perché terrorizzato dal cambiamento e che sceglie di rimanere fermo a quegli status quo più rassicuranti che mettono i paletti di un “mondo conosciuto”! La stessa classe dirigente – considerando con questa la classe politica, economica, imprenditoriale e manageriale che guida l’Italia – è appunto divisa tra la conservazione dei privilegi raggiunti e consolidati che esprimono rapporti di forza all’interno della società che determinano i rispettivi campi d’azione e di potere, e la messa in discussione degli stessi, necessaria per un progresso indispensabile per stare al passo con un mondo in perenne cambiamento e trasformazione. Inutile dire che la classe dirigente sana che guida un Paese progredito non può che cercare di restare al passo con una società che avanza, pena l’essere socialmente retrocesso in un mondo, il cosiddetto Terzo Mondo, impoverito e alla perenne mercé delle Nazioni e dei popoli più progrediti. Ma il populismo crescente – che trova la sua più evidente manifestazione nel Web, nei cosiddetti social network, oggi drammaticamente, ma realisticamente decantati come i più importanti e influenti media della nostra società – sta avvelenando la convivenza civile. Il primo bersaglio di questa offensiva è proprio la classe dirigente del nostro Paese, della quale però facciamo parte tutti noi imprenditori e manager, oltre ai soliti sempre negativamente citati “politici”. Ma, se i politici hanno le loro difese, e prendono le loro contromisure per arginare questi attacchi, noi imprenditori, noi che mettiamo a rischio le nostre economie personali per creare attività produttive, generare ricchezze, metterle in circolo attraverso l’occupazione che creiamo direttamente o con l’indotto, non siamo sufficientemente difesi né tutelati. Le associazioni che dovrebbero farlo non hanno assolutamente capito, o perlomeno sottovalutano, la pericolosità di questa situazione. Anzi, magari inconsapevolmente, addirittura la accentuano, come fa per esempio Confindustria con diverse trasmissioni della sua emittente “Radio 24”. Sottovalutano per esempio che il continuo e reiterato attacco alla classe dirigente con temi “massimalisti” sta minando la nostra economia a partire dalla base. Sta compromettendo la credibilità internazionale, sta allontanando i capitali da questo Paese verso lidi più sicuri dal punto di vista sociale.

“In questa preoccupante situazione, della quale, come dice, molti sottovalutano la portata, Aisom cosa potrebbe fare?”

Credo che un’associazione come Aisom debba sempre più adottare in maniera decisa una posizione antipopulista, contro le false notizie, contro la diffusione dell’odio, per dare il proprio contributo alla diffusione di una nuova armonia sociale che, senza per questo voler avere false utopie, possa ricreare i presupposti per un benessere socio-economico di cui tutti potremmo avvantaggiarci. La responsabilità di una classe dirigente dovrebbe essere proprio questa: creare benessere! La responsabilità di un’associazione che rappresenta la classe dirigente è quindi quella di favorire la creazione di questo benessere, opponendosi ai diffusori di tensioni sociali, soprattutto se inutile e solo strumentali rispetto a obiettivi di conservazione delle vecchie caste di potere.

“Secondo lei perciò i movimenti politici che sembrano proporre nuove gestioni politiche sono solo finalizzati all’immobilismo sociale?”

Avviene storicamente. Dobbiamo capire chi si avvantaggia dalla tensione sociale, dalla rabbia, dall’odio, e chi invece ha solo da perdere da questa situazione. Logica vorrebbe che la risposta fosse che dalla situazione di criticità e di tensione tutti ne soffriamo. Ma non è così: ci sono centri di potere che invece cavalcano finti moti rivoluzionari che servono proprio per mantenere inalterate le cose, per lasciare la situazione come è sempre stata, gettando fumo negli occhi a un popolo ignorante e incattivito ad arte con futili “rumors” dai “mass media”. È soprattutto la classe dirigente “malata” di una Nazione che tifa per l’immobilismo, perché incapace di innovarsi, di stare al passo con un mondo in evoluzione, perché restìa a investire per il progresso. A ciò, noi classe dirigente sana, locomotiva di un intero Paese, dobbiamo fermamente opporci. Aisom dovrebbe essere una delle punte di diamante di questa opposizione. C’è un forte bisogno di ricoprire questo ruolo. È mia convinzione che all’estero l’Italia non solo sia molto ammirata per tanti fattori legati alla nostra cultura, arte, bellezza e tradizioni – come ci raccontano le ricerche – ma sia anche temuta, proprio per le sue peculiarità che, se ben sfruttate, potrebbe porci ai vertici della storia di questo Pianeta. In fondo, come dice Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, che da sempre si batte per questo ruolo del nostro Paese, l’Italia deve solo “fare l’Italia”. Continuare sulla strada del piagnisteo e del “piove governo ladro”, invece, crea e fomenta i presupposti per nuove decrescite. Anche perché porta inesorabilmente al discredito delle “locomotive” e al fermarsi di tutti i vagoni, il che vuol dire il fallimento di un intero sistema Paese che non farà più distinzione, nelle sue drammatiche conseguenze, tra ceti, culture, razze e religioni. E ce la saremo voluta noi…

Alessandro Paciello

Presidente Aida Partners Ogilvy PR

VicePresidente Aisom

Socio Promotore “Symbola” – Fondazione per le Qualità Italiane

Ambasciatore “Festival della Crescita”

Socio Fondatore Associazione “il Quinto Ampliamento”

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