Il recente addio di Luxottica a Confindustria ripropone il tema della crisi del modello associativo tradizionale e apre uno scenario in evoluzione. AISOM e il suo modello associativo con focus sul fare rete in modo moderno ed innovativo si propone come una risposta che nasce da chi vive in azienda e ben conosce come rispondere alle mutate esigenze delle imprese.
Strappo Luxottica-Confindustria: il gruppo esce da tutte le strutture territoriali-la notizia
La notizia è di questi giorni: Luxottica esce da Confindustria, ed è un abbandono che pesa, visto che viene dopo quelli di altri big dell’industria italiana e di altre aziende meno note. È davvero crisi del modello associativo di Confindustria e delle sue strutture territoriali?
Nella dichiarazione del vice presidente di Luxottica, Luigi Francavilla: “Dalle associazioni confindustriali ci siamo sentiti abbandonati. Ci siamo sentiti isolati e dunque continueremo a esserlo” si intuisce che i motivi della decisione risiedono in una scarsa considerazione dal parte di Confindustria. Qui potete leggere l’articolo completo.
Ma perché le aziende se ne vanno da Confindustria?
Nell’analisi pubblicata in un articolo di approfondimento di Business People c’è l’elenco delle aziende (appartenenti ai più diversi settori: servizi, moda, meccanica, cantieristica, ….) che negli anni scorsi hanno lasciato Confindustria, dopo il clamoroso addio della FIAT. L’articolo sottolinea che le grandi aziende abbandonano Confindustria perché chiedono autonomia dalla politica, mentre le PMI, che non dimentichiamolo, finanziano Confindustria al 90%, avrebbero ancora bisogno di un interlocutore moderno, in linea con le mutate esigenze che fronteggiano oggi le aziende. Agli occhi degli imprenditori, Confindustria avrebbe esaurito il suo ruolo perché, a fronte di una quota associativa via via maggiore, non offrirebbe servizi (ad esempio, di supporto all’internazionalizzazione) e capacità di rappresentare le istanze delle imprese.
A questo link potete leggere l’articolo completo.
Il tema della disgregazione del modello associativo tradizionale non è nuovo e riguarda anche molte realtà europee.
Il modello associativo AISOM
Che il tema non sia nuovo e, anzi, oggetto di dibattito da tempo, lo conferma anche il nostro articolo “L’evoluzione delle associazioni di imprese – la posizione di AISOM” dello scorso marzo, che riprendeva un’intervista del Presidente Vergani rilasciata a ItaliaOggi in occasione di uno speciale dedicato proprio alla crisi delle associazioni di imprese.
Nell’articolo avevamo sottolineato le contraddizioni delle associazioni imprenditoriali, alle luce del mutato scenario nazionale ed internazionale, e riepilogato le risposte messe in atto dagli imprenditori con la creazione di altre associazioni, basate su una filosofia aggregativa maggiormente rispondente alle esigenze che oggi gli imprenditori sentono come prioritarie.
Non possiamo che ribadire la nostra riflessione sul mondo associativo e sulla mancanza di adeguata rappresentatività di molte storiche associazioni di imprese, che porta sempre più molte realtà, anche di grandi dimensioni, a non rinnovare la propri adesione. Non si sentono più rappresentate da associazioni o troppo ingessate o troppo politicizzate e cercano modelli associativi caratterizzati da maggior flessibilità, maggior attenzione ai bisogni reali e al continuo cambiamento delle imprese.
Il nuovo modello associativo di AISOM guarda al contesto locale ma con un respiro nazionale e internazionale, sempre con il focus sul networking e sul matching tra imprese, con proposte di confronto innovative e servizi negli ambiti di maggior interesse per gli associati (ad esempio, finanza e internazionalizzazione) che possano concretamente supportare le aziende per il loro consolidamento e sviluppo.
“Chi non fa azienda non ha idea di cosa significhi…Le imprese sono come un’autostrada a tre corsie”, queste le parole del Presidente Vergani nell’intervista a ItaliaOggi, che ben riassumono la filosofia di AISOM: fare networking e aggregare intorno ad obiettivi condivisi.
